L’Abbandono – Moreno Ovani
C’è un luogo nascosto nel cuore di ogni uomo, un angolo remoto in cui si annida il ricordo di un amore che il tempo non riesce a domare. È un desiderio silenzioso, una culla di sogni in cui il presente cerca rifugio, un canto che risuona nei momenti di solitudine. Non è il tumulto di passioni violente, né il fuoco che consuma, ma la verità di un abbraccio capace di accogliere tutto, di rendere sopportabile anche il dolore più profondo.
Nel ritmo incessante del giorno, tra il buio e la luce, affiora un’eco d’amore che si intreccia al ricordo di mani, di gesti semplici che sapevano dare conforto senza chiedere nulla in cambio. È una pace che non conosce condizioni, un porto sicuro che ogni uomo, consapevolmente o meno, cerca per ritrovare quel senso di appartenenza, di protezione assoluta.
Non è una debolezza, né un capriccio dell’anima. È un legame primordiale, un filo invisibile che lega l’uomo adulto al bambino che è stato, fragile e bisognoso di cure. È una sete profonda, mai pienamente appagata, che si manifesta come una nostalgia del grembo, di quel luogo dove il giudizio non esisteva, dove ogni cosa trovava posto e senso.
Nel mondo, tra incontri e destini incrociati, si cerca quell’amore, quell’accoglienza che non pesa, quel sorriso che non giudica. E quando non lo si trova, il desiderio rimane, intatto e ostinato, come una preghiera rivolta al cielo. È il sogno di un ritorno, un bisogno ancestrale di abbracciare ancora una volta quell’eternità fatta di calore e dolcezza infinita.
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