Feel The World
dal 25 giugno al 04 agosto 2022
Laboratorio41 – Macerata
a cura di Paola Gennari
Gamberini predilige fotografare l’essere umano e tutto ciò che è testimonianza di vita. Non fotografa ciò che vede, ma fotografa ciò che sente; quello che chiamiamo semplicemente realtà o quotidiano, viene trasformato e catturato in uno scatto, dove la forma diventa anima della cosa fotografata, riesce a scavare dentro ogni esistenza toccando l’intera essenza dell’essere umano per l’eternità.
Le sue fotografie ci aiutano a conoscerci meglio, a capire chi siamo, chi è l’uomo realmente, con le nostre bellezze, le nostre forze, le nostre mostruosità e le nostre fragilità.
Gamberini è diretto, schietto, sincero, pone tutto sé stesso dietro all’obiettivo. Non è importante il mezzo utilizzato ma è importante la storia personale di chi fotografa, la sua famiglia, il rapporto simbiotico e straordinario con la moglie Giusi, appassionata sostenitrice del marito, coraggiosa e forte compagna di viaggio.
Quindi tutto il vissuto dell’artista, la sua interiorità, la sua sensibilità, viene messa in relazione con ciò che sta osservando e il suo equilibrio diventa l’equilibrio della cosa fotografata.
Gamberini dice: “a volte penso di fotografare non ciò che vedo, ma ciò che provo”. E’ il suo inconscio che vediamo nei suoi scatti, il suo istinto, la sua psiche, la sua parte più intima e segreta, tutta la sua natura irrazionale viene trasmessa nelle sue opere.
Per un artista, l’atto e lo spazio creativo, ossia il luogo tra la realtà interna ed esterna, dove l’uomo può entrare e all’interno del quale può dimorare e rifugiarsi, dove può dipingere, scolpire o fotografare in uno spazio dove può essere totalmente libero ed esprimersi al meglio, nasce da un processo di accettazione della realtà e dalla tensione di rompere gli schemi di quella realtà soggettiva e oggettiva.
Gamberini in questo spazio creativo, fra lui, la macchina e la cosa da fotografare, è in completa solitudine, ed è lì, in quel brevissimo tempo che tutto accade, che tutto si forma, che tutto si crea: lo scatto fotografico.
“L’unità fra la macchina e il fotografo avviene quando il fotografo entra nella macchina e ne escono indipendenza e creatività” – Franco Fontana
Ed è per questo motivo che Gamberini non può avere uno stile, in quanto la sua arte è in continuo mutamento ed evoluzione, come la sua anima, il suo spirito, la sua soggettività.
Lo testimoniano i suoi ultimi lavori dedicati al paesaggio, silente e senza figura umana, ma che per l’artista è estremamente vivo, vitale, pieno di vita, di energia, di forza, di vigore.
Ogni sua fotografia, rende visibile l’invisibile, come diceva Paul Klee, non riproduce la mera realtà, ma riproduce l’interpretazione della sua specifica e personale realtà.
Lo sguardo equilibrato che caratterizza la sua arte, offre all’osservatore una superficie dove l’Oggi viene raccontato senza inganni e ritocchi, documentando un realismo magico fatto di luoghi, di vita, di morte, di religione, di guerra, di sesso.
Gamberini è il fotoreporter dell’umanità, parla di noi, di tutte le razze del mondo, che pur essendo così diverse e lontane, in realtà ci appartengono proprio perchè mentre osserviamo queste immagini, ognuno di noi trova una parte di sé stesso.
Le sue fotografie hanno il potere di mettere in relazione le persone, gli uni con gli altri, attraverso affetti, sentimenti, povertà, felicità, dolore, sofferenza, dove ogni fotografia diventadocumento, storia, emozione e per questo motivo unisce tutti i generi umani in un unico genere: l’Uomo, senza lacuna separazione, ma come fosse un tutt’uno con il mondo e con gli altri.
Il colore nelle fotografie di Gamberini è pura emozione, esalta il lato emotivo ed intimo della realtà rispetto a quello percepibile oggettivamente.
Riesce a catturare il colore in fotografia così come un pittore dipinge una tela, attraverso uno stato d’animo lirico ed onirico.
Alcune sue immagini sembrano delle opere espressioniste, ricche di toni saturi, accesi, brillanti,ma sempre ben equilibrati e bilanciati.
Nelle fotografie di Gamberini il colore è uno stato d’animo, diventa racconto, ma anche poesia, sentimento, spiritualità e come disse Cézanne, “con il colore si costruisce la forma e si consente all’anima di parlare”.
I suoi scatti si fondano su un lirismo emozionale e su un istinto naturale, ci rivelano dei volti, delle persone, delle storie, dei paesaggi dove possiamo fermarci a meditare, a riflettere su come l’uomo può, nonostante tutte le sue brutalità, dare un senso alla propria vita, dove può trovare quella libertà di pensiero, dove può sognare e abbandonarsi all’immaginazione, sciogliere ogni barriera, prendere coscienza di sé e della propria vera essenza.